Pubblicato in: romanzo, Storia di vita

BOOKPRESENT: Love and other words -L’amore e altre parole

All for you – Cian Ducrot

https://www.youtube.com/watch?v=WuUETzaJ0cQ

Love and other words

Christina Lauren

2018, edizione 2022 Leggereditore

Buongiorno lettori,

dopo una latitanza davvero troppo lunga, dovuta alla mia totale incapacità di conciliare lavoro, studio e trasloco, ritorno a palesarmi. Questa volta reco un dono di pace, un rametto d’ulivo, o forse meglio ancora un piccolo regalo di Natale. Anche se devo essere sincera il regalo l’ho ricevuto io, ma se avete piacere di continuare la lettura potrebbe rivelarsi un buon consiglio per un eventuale last minute pacchetto sotto l’albero.

Diventare adulti è la vera sfida della vita, perchè da quel periodo di maturazione, cambiamenti e indecisioni di solito si dipana il filo della nostra vita. Crescere significa avere responsabilità, meno tempo per se stessi e per ciò che veramente fa vibrare la nostra anima. Crescere significa accumulare quei “e se”, le domande, i rimorsi, gli scenari che immaginiamo, le possibilità mai colte, le vite che avremmo potuto vivere. Insomma quel e se racchiude tutte le volte che guardandoci alle spalle abbiamo sperato di poter avere una macchina del tempo e magari rifare tutto da capo, o almeno avere la possibilità di sbirciare il futuro alternativo.
Se anche voi vi siete sentiti così almeno una volta nella vita Love and other words- L’amore e altre parole di Christina Lauren edito per Leggereditore fa al caso vostro.

IMG_7908Macy Sorensen ha ventotto anni e una vita ordinaria scandita da interminabili turni in ospedale, tiene tutti a una giusta distanza di sicurezza ad eccezione di poche e rare persone. Una mattina proprio mentre si trova con Sabrina, la sua vecchia compagna di università, in un bar caotico e pieno di gente il suo sguardo incontra la sagoma famigliare di Eliott. Eliott tutto occhiali e libri, riflessivo e calmo, Eliott l’adolescente che si scontra con l’Elio uomo. Eliott era il tutto di Macy, il grande e se, l’amore che ti fa battere il cuore e la passione che ti lascia gravitare come un satellite intorno al pianeta. L’ultima volta che si sono visti, undici anni prima, un litigio ha separato le loro strade, ma ora Eliott sembra intenzionato a ripiombare nell’asettica vita di Macy.

Tra passato e presente si snoda una storia sul perdono, l’amore vero, le seconde possibilità.

Si tratta di un romanzo che avevo già visto in giro nel mondo social  ma che non riuscivo a decidermi se acquistare o meno. Questo almeno fino a sabato scorso quando spulciando nel disordine di una piccola libreria in montagna sono incappata nella costa del libro. Mi chiamava, forse sapendo di essere il libro giusto per queste giornate fredde ad una manciata di giorni dal mio periodo preferito dell’anno. Stamattina, nella luce della pila da libro, mentre ritornavo a casa ho affrontato il meraviglioso viaggio della storia di questi due personaggi. Ho trovato tutti i trope dallo slowburn love, allo spicy love passando attraverso from best-friends to losers e vertiginosi flashback, seguendo i personaggi, il loro amore che nasceva e cresceva, tra alti e bassi. Ho pianto, ho gustato ogni parola, ho desiderato perdere la memoria per rileggerlo. La scrittura non può che coinvolgere perchè scorre fluida, descrizioni perfette, adatte a creare il contesto in cui si muovono due personaggi fantastici. Macy è la protagonista più vera che ho mai incontrato, non sono riuscita a provare altro che affinità per questa ragazza forte e determinata. E lui Eliott, il sogno di ogni donna, sicuro, deciso, innamorato, devoto, sexy e potrei stilare una lista ancora molto lunga, è stata la calamita in grado di tenermi incollata sul sedile della macchina in una fredda mattina di dicembre a divorare pagine prima ancora che il sole sorgesse. Macy e Eliott sono due anime gemelle che si scelgono nel fuoco del primo amore, un amore che si trasforma in una brace che non si spegne mai capace di ardere per undici anni sottocute come se si fossero tatuati l’uno sull’altra.

Se vi interessa vi lascio anche il link al profilo Instagram

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La vostra Bibliotecaria

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Pubblicato in: romanzo

Nolite te bastardes carborundorum

Margaret Atwood
Il racconto dell’ancella
1987
 
 
35f848_9da1e92b8bbc4af285f32b876b5d4b5d~mv2Buongiorno readers!
 
D’obbligo abbassare il capo in segno di rispetto o mettersi alla prova con una riverenza di quelle da sfiorare il pavimento con la fronte.
 
Un capolavoro!
 
Se ancora non siete in possesso del libro in oggetto mettete in stand-by l’articolo e correte in libreria a comprarlo. Correte si intende anche in senso figurato, potete benissimo smanettare sull’e-reader per acquistarlo. L’importante è la rapidità nell’averlo fra le mani.
Si deve chiamare romanzo, perché è un testo narrativo straripato come invenzione dalla mente della Atwood, ma si può benissimo chiamare romanzo rivelatore.
Con questo non voglio indorarvi la pillola. Ogni singola parola è cruda, se non nel mero significato della stessa, almeno nel contesto della sola frase. Potrei adesso cadere nel retorico e non me ne vogliate per questo, ma è deformazione professionale: è entusiasmante, agghiacciante, veritiero, crudo, semplice e complesso, satirico ma purtroppo estremamente attuale.
Il concetto di base è di per sé la cosa più disgustosa che un essere umano possa fare: privare una donna del controllo del proprio corpo.
 
In breve: scritto nel 1987 è ambientato in un presente distopico. Il mondo  è vittima di un disastro atomico e gli Stati Uniti, sin dalla fine del ‘700 il paese delle libertà, sono adesso uno Stato totalitario e patriarcale con un rigido sistema di caste.
Gilead, come ora viene chiamato, è uno stato fondato sulla religione. La società del nuovo ordine è basata su figure ben delineate. Un vertice tutto al maschile con i Generali,  affiancati dalle loro sterili Mogli, vestite di blu e che di fatto sono semplicemente arcigne padrone in casa, dove impartiscono ordini alle  Marte, donne che si dedicano alla cura della casa. E poi ammantate di rosso cremisi, silenziose occupanti delle case più ricche del nuovo stato, odiate e strumentalizzate dalle mogli per la loro fecondità, costantemente redarguite dalle acerrime Zie, ci sono le Ancelle.
Le Ancelle non possiedono più nulla né il controllo del loro corpo, né un nome proprio. Si muovono sempre in gruppo di due, non possono incrociare lo sguardo di nessuno ma devono celarsi con un cappuccio, rimangono nella casa del generale di cui diventano a tutti gli effetti proprietà. Una proprietà che supera quella fisica fino a diventare anche identitaria, il loro nome infatti non è altro che un appellativo composto dal prefisso “di” e il nome dell’uomo con cui devo giacere, una volta al mese, in una cerimonia che richiama le parole della Bibbia, ma in un modo barbaro e distorto. 
 
La protagonista è DiFred, un tempo si chiamava June, aveva una bambina e un marito Luke. Lei si ricorda, ma non vuole ricordare. Non può ricordare che la sua vita fosse diversa. Non può ricordare di quando poteva fare joggings, di quando poteva andare a lavoro, di quando poteva decidere di chi innamorarsi. Pena la perdita della ragione e la morte appesa per il collo in pubblica piazza presso il Muro.
 
E’ una storia di sofferenza, di disperazione, di calma celata, di mille interrogativi e di una finzione che ti obbliga a vivere come se il mondo fosse sempre stato sottosopra, e far finta che rimanga così che questo sia il nuovo status quo sempre temendo che piano piano la memoria di quello che è stato svanisca come è svanito il concetto dell’essere donna, così dall’oggi al domani.
 
Ma è anche una storia di ribellione soffusa e silenziosa fra le cappe rosse sollevate e di un Mayday sussurrato che ci fa chiedere: e se succedesse a noi? Se il mondo improvvisamente mutasse, le regole diventassero ferree, degli obblighi e non delle indicazioni come dovrebbero essere. Se l’essere umano perdesse anche la possibilità di controllare il proprio corpo per salvarsi. Se il mondo diventasse il romanzo della Atwood o una sua immagine leggermente diversificata da che parte staremmo? Sussurreremmo il mayday? Proveremmo a fuggire? Combatteremmo a viso aperto? Oppure ci adatteremmo per vivere quella parvenza di vita con il rischio di svegliarsi una mattina con la gola stretta, in un bagno di sudore, lo stomaco attorcigliato e quel e se… piazzato lì come condanna?
 
Ho amato la scrittura della Atwood, ho amato il suo simbolismo, ogni personaggio, ogni salto nel passato ed ovviamente nella Wish List ho tutti i suoi libri compreso il seguito uscito nel 2019 “I testamenti”. 
 
Avete già letto qualcosa della Atwood?
 
Avete visto la serie tv? Trovo che sia molto bella anche quella, e anche molto fedele al romanzo.
 
Curiosità: il titolo dell’articolo è una frase che DiFred scopre nella camera che occupa, una frase in latino che l’avvicina come non mai all’ancella che l’ha preceduta. 
 
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La bibliotecaria