Pubblicato in: Romanzo

Soffrire d’insonnia.

“Ci son cascato di nuovo” cantava Achille Lauro. Per una volta sono d’accordo con lui: ho rincontrato un’autrice che ho amato su WattPad ed è stata subito maratona di lettura.

Ruth B. Dandelious

Buongiorno readers,

Siamo a quota due. Vi chiederete probabilmente che cosa? Siamo a quota due notti insonni da aggiungere al conto di MissBookishC. Ma ne vale la pena! 

Sono una sua fan da, beh, Wattpad. Mi è sempre piaciuto addentrarmi nella giungla di una piattaforma per scrittori emergenti che pubblicano i loro romanzi a puntate come vecchi feuilleton. Attendevo gli aggiornamenti di alcuni romanzi con trepidazione ricaricando più volte la pagina di ogni storia. In questo modo ho seguito e letto Nel modo in cui cade la neve di Erin Doom (ve ne parlerò presto), tutta la saga delle Inferorum Gemmae (mamma mia quanto ho penato per gli aggiornamenti, ma quanto è brava l’autrice appena riesco a reperire i libri parto con rilettura e recensione), e tanti altri che alla fine, mea culpa, faccio fatica a ricordare e tutti prede della mia insanabile tendenza alla ricerca di nuovə talentosə voci. Mi riuscivo a immaginare questa pluralità di scrittori esattamente come me alla prima stesura del mio romanzo. Eh già il mio mega-sogno nel cassetto / scheletro nell’armadio a voi la scelta da che parte osservare la situazione. Li vedevo curvi sul cellulare o sul computer a sogghignare, emozionarsi e, si, anche un po’ a gioire delle sventure che i lettori avrebbero passato una volta letto l’aggiornamento con il nuovo capitolo.

Gli scrittori sono i primi critici e i primi lettori dei loro libri, sono quelli che stazionavano in prima fila, che hanno seguito la storia come spettatori ma anche come protagonisti.

Morale della favola: mentre sbirciavo il profilo di MissBookishC in attesa del nuovo capitolo, qualche anno fa, mi sono spesso immaginata questa ragazza, così brava nello scrivere, che mi ha fatto appassionare ai suoi libri, a tutti i suoi personaggi ma soprattuto ai suoi Ethan e Lizzy. 

A distanza di anni nel mio ultimo giorno del mese gratuito di Kobo+ come uno scherzo/gioco/fortuna del destino mi è apparso il titolo “Il babysitter di mio fratello” di MissBookishC e l’ormai famigliare copertina con i tulipani.

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Il secondo dopo stavo gridando di frustrazione. Non era possibile che mi fossi persa questo titolo nello zapping/ricerca dei titoli worthy da leggere nel mese e per giunta proprio quando avevo appena disdetto l’abbonamento (non me ne vogliate ma sono un po’ a secco di finanze).

Ho provato in un ultimo tentativo a vedere se il titolo fosse scomparso o meno. Ed era lì, a campeggiare fra i miei libri non letti, forse perchè l’avevo aperto nel momento della disdetta, non lo so. Quello che so è che in preda alla paura di non riuscire a rileggere quella storia mi sono fiondata in una maratona. 

Risultato? 

Ieri sera ho finito di leggerlo ed ero sicura di due cose:

  1. Avevo ragione qualche anno fa (e per questo mi sono battuta un cinque virtuale) il libro è veramente fantastico: un romance scorrevole, intrigante, leggibile scene costruite ad arte per rimanere incollati alla pagina, quel giusto di dramma che ci vuole. I dialoghi, il tallone d’Achille di molti scrittori alle prime armi,  rispettano la coerenza con i caratteri e le scelte che i personaggi fanno durante la storia e sono brevi, incisivi, quasi come una sceneggiatura. Uno spaccato riuscito della vita di un’adolescente a metà strada fra il mondo degli adulti e dei loro errori, e i sogni dei bambini, senza mai scivolare nella ripetizione, nella melodrammaticità o nel cliché. 
  2. Dovevo, assolutamente, rileggere il secondo libro e sequel “L’ex babysitter di mio fratello”. Ne andava della mia salute mentale. Così alle 22 e 30 ho acquistato il titolo e alle 3 e 59 ero all’epilogo. 

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Che viaggio ragazzi. 

La domanda che mi ha attanagliata ai ringraziamenti é stata: chissà se ha scritto altro?

Perché sì questa autrice grandiosa e talentuosa merita di stare sugli scaffali della libreria, merita che le sue storie siano lette, discusse e sicuramente rilette come ho fatto io. 

Il talento è cosa rara. Molte persone pensano di fare gli scrittori mettendo su carta i loro pensieri. Io penso, invece, che ci sia una differenza abissale fra scrivere e essere un autore, e non sta nelle copie vendute,  ma nella capacità di trascinare il lettore esattamente dove si era nel momento in cui si scrivevano quelle parole, alla scena che si è appena descritta, alle emozioni che si volevano trasmettere.

Se sei in grado di far rimanere un lettore attaccato ad un libro, praticamente in versione binge watching libroso, e soprattutto se la tua voce si adatta ai gusti della ragazza di diciannove anni, troppo sognatrice, come a quelli della venticinque, molto più critica, allora sei un autore talentuoso.

E meriti che il mondo ti conosca.

MissBookishC sono così felice di averti potuto leggere in formato “cartaceo” tutta d’un fiato e non su Wattpad, perché per anni mi sono detta: questa autrice merita di farcela e ce l’hai fatta! 

Complimenti! 

La storia di Ethan e Lizzy si è conclusa, ma non vedo l’ora di leggere i tuoi prossimi romanzi. Continua così. 

Una Bibliotecaria ( fan sfegatata)

Ps. vi lascio le trame dei due romanzi

Il babysitter di mio fratello: Elizabeth Jonson, sedici anni inoltrati, ha subito tante delusioni nella vita che l’hanno portata a non fidarsi di nessuno. È per questo motivo che quando la madre decide di ingaggiare un ragazzo della sua scuola come babysitter del fratellino la notizia non viene presa nel migliore dei modi. La routine a cui Elizabeth si era ormai abituata viene sconvolta dall’ingresso di una nuova persona nella sua quotidianità, una persona determinata ad abbattere quel muro che la ragazza si era costruita attorno a soli undici anni. Elizabeth si trova a dover affrontare il ritorno di emozioni a lei conosciute, come la rabbia e la frustrazione, e l’avvento di altre che non ha mai incontrato nella sua vita, come l’amore. Riuscirà ad aprirsi e mostrare il suo lato vulnerabile o continuerà a fare affidamento solo su se stessa?

L’ex babysitter di mio fratello: il primo anno di università è un’ottima occasione per cambiare ambiente e avere un nuovo inizio, soprattutto se l’università in questione si trova in una città diversa da quella dove si è sempre vissuti. È questo ciò che rassicura Elizabeth quando si trasferisce a Oxford allontanandosi da quella realtà che considera familiare. Tutto sembra finalmente andare per il verso giusto: indipendenza, un ottimo corso di studi e nessuno a farle fare i conti con la vita che ha deciso di lasciarsi alle spalle. Un peso pare esserle stato tolto di dosso, concedendole la libertà di essere una nuova versione di sé. Se lo è promessa: non sarà più l’Elizabeth difensiva, l’Elizabeth incasinata. Ma il mondo non è poi così grande e sfuggire al proprio passato può diventare un’impresa più difficile del previsto. Oxford rivelerà presto di non essere la città incontaminata ed estranea che Elizabeth si era illusa che fosse. Riuscirà lo stesso a intraprendere quel tanto desiderato cambiamento o sarà costretta a mostrare alle sue nuove conoscenze quel lato di sé che era pronta a gettare via?

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Pubblicato in: Romance fantasy, Romanzo

In principio era la parola…

Amy Harmon 

L’Incatesimo della spada

Newton Compton Editori, 2018

Iris, The Goo Goo Dolls

Buongiorno lettori,

se dovessi dare un titolo all’articolo sarebbe sicuramente: Storia di come entrare in un supermercato e uscirne con la tua nuova ossessione. 

A questo punto sono davvero sicura di essere sotto incantesimo, ho passato un giorno inteno (notte e dì) a farmi catturare dalla scrittura di Amy Harmon e il suo L’incantesimo della spada. Non sapevo di aver bisogno di questo libro fino a che mi ha letteralmente chiamata a sé sullo scaffale del supermercato del paesino dove vivo.

Forse che non sia anche lui un po’ magico?

Immaginatevi una ragazza con il potere di usare le parole, di vedere il significato di una parola, di sentirla prendere forza. Immaginate l’amore di una madre che negli ultimi istanti la vincola al silenzio.

“Ingoia le parole, bloccale nel profondo della tua anima.

Nascondile, chiudi la bocca sul tuo potere.

Non maledire, non curare.

Non parlerai, ma imparerai.

Silenzio, figlia. Rimani viva”

Immaginate che questa ragazza cresca all’ombra di un torrione senza saper parlare, senza saper leggere, confinata a vivere al di là di un vetro, a dover essere costantemente decifrata nei gesti e negli atteggiamenti. Immaginatevi un principe dai capelli bianchi, dal temperamento freddo e intimidatorio. Immaginatevi di essere diversi in un mondo dove il diverso ti condanna inevitabilmente.

Lady Lark di Corvyn ha il Dono e come molte altre persone è costretta a nascondere questa sua abilità. Sua madre ha perso la vita per colpa sua davanti ai suoi occhi e suo padre è vincolato a lei da un incantesimo e non da un sincero sentimento paterno d’amore. Cosa accadrà quando Lark sarà la pietra di scambio in un tremendo ricatto, da un lato la sua vita dall’altro le armate di Corvyn? Come riuscirà a sopravvivere lontana da casa? Ma soprattutto come riuscirà a resistere ad un Re bellissimo e distrutto che le offre la possibilità di poter finalmente imparare a leggere, di porter parlare, di usare il suo dono?

Quando il suo mondo collasserà, riuscirà Lark a trovare di nuovo il potere delle sue parole a lungo celate?

Sinceramente stupita

La vostra Bibliotecaria

Pubblicato in: Romanzo

Il fabbricante di lacrime … sì le mie.

Il Fabbricante di lacrime

Erin Doom

Magazzini Salani, 2021

What the hell, Avril Lavigne

Buongiorno lettori,

1090 pagine lette in ebook (sì ho ceduto alla tentazione del digitale!) e mai fatta scelta migliore. Che delusione!

Una delusione oserei dire cocente visto l’Amore con la A maiuscola provato per il secondo libro della Doom “Nel modo in cui cade la neve”, che ho riletto, non una, ma due volte e ho anche acquistato in versione cartacea dopo averlo letto su Wattpad prima della pubblicazione.

Conosco il detto “chi di penna ferisce, di spada perisce” ma non posso sottrarmi al mio dovere alla verità che più volte ho citato nei miei articoli precedenti. Si vede, lontano un miglio, che è il suo primo libro: la scrittura è infantile.

Per chi non si raccapezza più e penso mi immagini ormai sulla soglia della follia, devo ammettere che la trama è molto accattivante. Nica è un’orfana e il suo nome è quello di una bellissima farfalla. Non ci può quasi credere che, oramai alla soglia della maggiore età venga adottata dai signori Milligan. Unica pecca? Non è l’unica ad essere adottata… anche Rigel viene inspiegabilmente scelto per far parte della nuova famiglia. E loro due proprio non si sopportano… come potranno andare d’accordo ed essere due fratelli?

Summa cum brevitas, ecco a voi la trama

La protagonista Nica l’ho trovata noiosa e retorica e più volte nel corso della lettura mi sono chiesta se questo sia il modello di ragazza da propugnare ai lettori. Che fine hanno fatto le grandi eroine, non pretendo una rediviva Boadicea ma mi basterebbe una copia sbiadita di Ivy la protagonista di “Nel modo in cui cade la neve” che, guardate, mi vengono i cuoricini sulla faccia solo a pensarci.

Non fraintendetemi credo che la Doom sia una validissima penna, come ha avuto modo di dimostrare nel suo secondo romanzo, il problema centrale del romanzo che vi recensisco  è la necessità impellente di maturazione che trasuda il Fabbricante di lacrime.

Che poi a voler dire tutta la verità: io ancora non l’ho capito chi sia questo Fabbricante di lacrime.

Ma veniamo ai personaggi secondari che ho trovato meno caratterizzati Lionel e Billie. Allora Lionel sembra l’incrocio mal riuscito di Voldemort e Jocker con un pizzico della stuccosità del classico tipello americano dell’Upper East Side stile Gossip Girl. E scusatemi i toni, ma in che senso esce di scena e cambia città così senza essere tirato in ballo dopo aver quasi ucciso i protagonisti: aiuto serial killer a piede libero!!

Billie, poveretta è un personaggio che avrebbe potuto essere sviluppato in molteplici modi ma sopperisce ad un’iperattività condita da traumi infantili.

Tutt’altro discorso per Rigel. In questo caso applausi all’autrice che ha costruito davvero un personaggio accattivante, complesso, irresistibile che ha tutti gli ingredienti per essere la vera calamita e centro di gravità dell’intero libro. Devo essere sincera? Rigel è l’unica ragione per cui mi sono spinta avanti nella lettura.

Mi stupisco solo di come non abbia attentato alla propria vita o non si sia cavato i timpani pur di non ascoltare le lagne monologate di Nica.

Consiglierei all’autrice trame più costruite, anche con meno personaggi ma più ben caratterizzati e discorsi diretti meno lunghi (dammi retta, Doom, i flussi di coscienza meglio lasciarli a Joyce ma ti prego continua a creare manzi di cui farci innamorare).

Nuovo slogan: +Rigel, +Mason, -Nica.

Viviamo in un’epoca dove le donne vogliono essere le protagoniste magari cavalcare loro stesse il cavallo bianco e salvare il principe.

La Bibliotecaria

Pubblicato in: December reading, Romanzo

Se ne avessi la possibilità, sceglierei di passare la mia vita con te.

Emily Stone

Succede quasi sempre per caso (Always, in December)

Newton Comton editori, 2021

imagesBuongiorno readers,

sto scrivendo con le lacrime agli occhi, distrutta, devastata e ho voglia solo di rintanarmi sotto le coperte e piangere. La mia distruzione d’animo ha un solo colpevole: Emily Stone e il suo romanzo d’esordio Succede quasi sempre per caso. 

L’ho acquistato in libreria qualche tempo fa con l’idea di farne una delle mie letture per il mese di Dicembre. La trama aveva tutti gli ingredienti capaci di attirare l’attenzione dei lettori: una ragazza che odia il Natale, la fine di una storia d’amore e l’incontro con un magnetico sconosciuto.

Eppure vorrei che mi avessero preparato. Preparato? direte voi. Già, preparato… per la più romantica e struggente storia d’amore che ho avuto modo di leggere da qualche tempo a questa parte. Quindi miei cari amici lettori, mi sento in dovere di fornirvi un vero e proprio kit di sopravvivenza per leggere il romanzo, siete pronti a prendere appunti?

  1. Sappiate che volenti o nolenti vi innamorerete di Max, e con innamorarsi intendo alla follia, perché è l’uomo che ognuno sogna di avere al suo fianco, buono, misterioso, spiritoso e chi più ne ha, più ne metta
  2. Avrete la tentazione di irrompere dentro la storia e mollare una sberretta sulla nuca di Josie per dirle <<ehi svegliati, che stai aspettando!>>? Tutto nella norma, è una sensazione comune durante la lettura.
  3. Svilupperete una vera e propria dipendenza dalle parole dell’autrice e finirete a passare tutto il giorno sotto una coperta a consumare il libro fino a che fuori non si fa buio
  4. Fazzoletti, molti, moltissimi fazzoletti.
  5. Se state cercando una storia tipo quella dei cinepanettoni, posate il libro. Datemi retta, non è per voi.
  6. Giurerete di non volerlo mai più leggere, il giorno dopo sarà di nuovo fra le vostre mani, garantito!

Questa è una storia per romantici, una storia per chi ha amato “Io prima di te” di Jojo Moyes, “Un giorno” di David Nicholls e ovviamente come dimenticare “Colpa delle stelle” di John Green e “Le pagine della nostra vita ” di Nicholas Sparks. Insomma, i titoli sono eloquenti, è una storia per chi non ha paura di ritrovarsi con i lucciconi, a tirare su con il naso stringendo il libro al petto. Una storia per chi crede ancora nei miracoli di Natale, perché il Natale è un momento magico sin da quando siamo piccoli e continua a conservare quel pizzico di magia per tutta la nostra vita.

Siete coraggiosi? Avete voglia di leggerlo?

Se la vostra risposta è sì, a mio modestissimo parere avete fatto la scelta giusta.

La vostra Bibliotecariaimages

Pubblicato in: November reading, Romanzo

Quando il tempo è burrascoso il faro lancia un lamento come quello di una fanciulla che piange

I guardiani del faro (The Lamplighters)

Emma Stonex

2021, Mondadori

Oceans, Kenna Childs

35f848_9da1e92b8bbc4af285f32b876b5d4b5d~mv2Buonasera readers,

immaginate un’antica struttura, aggrappata ad un scoglio in mare aperto, che si protende verso il cielo burrascoso. Immaginate le onde che piano piano, anno dopo anno, tempesta dopo tempesta si abbattono sulla roccia e poi su, fino alle pareti cercando di eroderle goccia dopo goccia. Immaginate il mare che tenta di reclamare a sé l’opera dell’uomo. Immaginate ora di essere voi i guardiani, gli unici abitanti nella vastità dell’oceano, unica luce per i naviganti nell’oscurità. Immaginate le pareti circolari, l’impossibilità di aprire una finestra, il rumore assordante delle onde, il blocco di cemento che vi separa dalla forza del mare. Immaginate acqua, acqua dovunque e fino a dove il vostro sguardo può spingersi. Immaginatevi la solitudine.

Siete riuscite a figurarvi l’immagine? Bene, trattenetela alla mente mentre scorrete lungo l’articolo, perché sono proprio questi gli elementi del romanzo d’esordio di Emma Stonex. Che esordio!

Complimenti e chapeaux!

Complimenti che diventano ancora più accorati, ci scommetto, se vi svelo che la vicenda è realmente accaduta. Si tratta di una narrazione che prende spunto da un fatto di cronaca! Nel dicembre del 1900, infatti, sparirono, misteriosamente, senza lasciare alcuna traccia di sé i tre guardiani del faro di Eilean Mor nelle Ebridi Esterne.

La Stonex inizia a narrare i fatti proprio dal 31 di dicembre 1972  quando Jory Martin, il traghettatore incaricato di portare il cambio sul faro della Fanciulla, sta imbarcando il giovane sostituito ventenne di uno dei guardiani. La tempesta che infuriava ormai da quattro giorni si è interrotta e Jory parte alla volta dello scoglio.

Ho adorato la descrizione che l’autrice inserisce del faro all’inizio del racconto, e ad essere completamente onesta ho sempre sentito un richiamo a queste strutture inarrivabili, fragili e indistruttibili allo stesso tempo.

il faro è uno spuntone tutto solo, altero, remoto. Si trova a quindici miglia nautiche dalla costa… Anche se Jory l’ha fatto tante volte, avvicinarsi alla Regina dei Fari gli suscita sempre uno strano sentimento: si sente ridimensionato, insignificante, forse persino un po’ impaurito. Una colonna alta cinquanta metri di eroica architettura vittoriana… Risale al 1893. È crollato due volte prima che riuscissero ad accenderlo. Si dice che quando il tempo è burrascoso lanci un lamento, simile a quello di una fanciulla che piange, nel punto in cui il vento s’infila fra gli scogli”.

Jory fa una scoperta sconcertante una volta raggiunta la Fanciulla: i tre guardiani Arthur, Bill e Vince sono scomparsi, nel nulla. Tutto nel faro sembra ghiacciato in un unico istante quello delle otto e quarantacinque minuti.

La trama continua su due linee temporali diverse: il 1972 dove viviamo nel faro assumendo alternativamente il punto di vista dei tre guardiani, profondamente diversi l’uno dagli altri: chi con tutto il passato in tavola e chi invece con il passato sepolto, e il 1992 quando Dan Sharp scrittore di successo intraprende la sua indagine sulla misteriosa scomparsa dei tre uomini.

Nel 1992, spettatori della ricerca di Sharp, impariamo a conoscere chi è rimasto sospeso a terra, lì frizzato per vent’anni, senza una spiegazione, senza un corpo per piangere e per dare pace: Helen la moglie del primo guardiano Arthur, Jenny moglie di Bill una donna fragile mentalmente ossessionata dall’amore per il marito, talmente ossessionata da cercare di avvelenarlo pur di tenerlo con sé e Michelle la fidanzata di Vince, che all’epoca della tragedia aveva appena 19 anni e che vive, tuttora, in un matrimonio stretto e conveniente sempre con la sensazione dell’ombra rassicurante del fidanzato scomparso, unico amore della sua vita.

E come dimenticare il tres d’union di tutto il libro, il mare. Il mare quello “turbolento e quello silenzioso, quello rigonfio e quello piatto come una tavola, quello dove la tua barca sembra l’ultimo battito di ciglio dell’intera umanità su un’onda così determinata e furiosa da convincerti a credere ciò che non credi, come se il mare si trovasse a metà strada tra il paradiso e l’inferno.” Ma anche “il mare tutto grigio, grande e grigio,e non succedeva niente di che. Anche se forse è più verde che grigio, direi, come la salvia, o l’eau de Nil… L’acqua del nulla”.

Scopriamo piano piano di una storia morbosa, di come il mestiere del guardiano possa essere un mestiere lì per lì appartato, quasi misterioso e romantico quando in realtà è pericoloso perché il mare ti può prendere la testa, incantarti e trascinarti a sé.

Posso con sicurezza definire il romanzo come un romanzo di verità parziali,  in cui ogni personaggio possiede la propria spiegazione dei fatti. Solo noi dall’esterno, possiamo tirare i fili rossi della grande bacheca e guardare il quadro d’insieme. Sono stata ognuno dei personaggi, e piano piano ne ho capito pregi, difetti, paure e insicurezze.

Nessuno saprà mai cosa è accaduto, possiamo immaginarlo, supporre tantissimi finali diversi o semplicemente sederci in riva all’oceano, prendete un profondo respiro e chiudere il libro e le domande con lui.

La vostra  Bibliotecariafile

Pubblicato in: November reading, Romanzo

Dentro la casa sul mare celeste, si può scegliere la vita che si vuole.

La casa sul mare celeste (The House in the Cerulean Sea)

TJ Klune

2021, Oscar Mondadori

Soundtrack: Autumn Leaves di Ed Sheeran

35f848_9da1e92b8bbc4af285f32b876b5d4b5d~mv2Buonasera readers, 

lo ammetto, sto piangendo. Era molto tempo che non mi capitava un romanzo come “la casa sul mare celeste“, forse persino troppo tempo. Alcuni romanzi hanno questo “dono” particolare, il dono di poter parlare all’anima del lettore, di carpirla e in una certa misura anche di cambiarla. Ho affrontato il romanzo spinta dalla copertina che mi ha quasi chiamato a sé in libreria, conservando comunque un certo timore che fosse un romanzo per bambini. Timore confermato e smentito allo stesso tempo.

La storia infatti si dipana come una fiaba, molto scorrevole e semplice nel linguaggio e nello stile. Linus Baker è un assistente sociale del DIMAM (Dipartimento di Magia Minorile) sulla quarantina, grassottello che conduce un’esistenza grigia come una giornata di pioggia. Condivide una casetta al numero 86 di Hermes Way con una gatta di nome Calliope che sembra non sopportarlo molto ma che si ostina a dividere con lui il domicilio. Il suo posto di lavoro è come una catena di montaggio, nessun oggetto personale può essere esposto e le scrivanie sono tutte vicine e costantemente tenute sott’occhio dall’arcigna Signorina Jenkins e dal suo “cane da guardia” Gunther. Linus fa lo stesso lavoro da più di una quindicina di anni e sa di essere bravo nel svolgere le sue mansioni, in primo luogo perché ha la piena consapevolezza di rispettare il MANUALE DELLE NORME E DEI REGOLAMENTI. Ma cosa succede se improvvisamente la sua routine viene spazzata via? Linus viene inviato a Marsyas, un’isola remota, dove dovrà valutare le condizioni dell’orfanotrofio per un mese intero. Come potrà sopravvivere alle sei creature minorenni, ad uno spirito dell’isola non proprio convenzionale e ad un misterioso direttore?

La trama ti scorre sotto gli occhi, toccando in modo lieve e profondo le tematiche di base del libro: il pregiudizio, la paura del diverso, la solitudine, la denuncia dei maltrattamenti. L’autore crea personaggi profondi celandoli sotto le spoglie di semplici bambini, e così li conosciamo e li amiamo, come impara a fare anche Linus. La dolcezza e l’amore sono il filo conduttore di questa storia e io mi sono ripromessa di proporlo ad ogni bambino/a, ragazzo/a, adulto/a che riuscirò a raggiungere perché in fondo credo in quello che l’autore scrive e fa pronunciare a Talia, una gnometta di appena duecento anni con la passione per il giardinaggio, “per cambiare la mentalità delle masse, bisogna cominciare cambiando la mentalità dei singoli“. 

Quale migliore metafora che dividere il mondo in persone con magia e senza magia, e quale piacere nel vedere quel mondo disintegrarsi piano piano fino a comprendere che, smettere di vedere la diversità, è il primo passo. Quale sussulto al cuore leggere una storia che trasuda del sentimento più puro al mondo, quello dell’amore e della protezione. 

Concludo con la citazione dal libro:

Io non… non so cosa fare. Non so cosa dire. Non credo che bastino le parole a cambiare i cuori e i cervelli della gente, di certo non le mie. Avete paura di ciò che non capite. Ci vedete come il caos che invade il mondo ordinato che vi è famigliare. E da parte mia, io non ho fatto molto per combattere questo pregiudizio, dato l’isolamento in cui ho tenuto i bambini. Forse se avessi… Scosse il capo. Facciamo degli errori. Costantemente. è ciò che ci rende umani, anche se tutti diversi gli uni dagli altri […]Vi chiedo solo di ascoltare, invece di giudicare ciò che non capite.”

Nella casa sul mare celeste ci sono entrata anche io, forse come lo stesso Linus, come un’osservatrice esterna, e lì ho lasciato un pezzettino di cuore, perché la casa sul mare celeste è come la nostra casa, dove possiamo scegliere la nostra vita, ma soprattutto lasciare che la nostra vita ci scelga. Abbiamo tutti un tesoro che teniamo nascosto, per proteggerlo, esattamente come Theodore, una piccola viverna che lo cela sotto un divano, e “sono piccole cose. Piccoli tesori di cui abbiamo dimenticato l’origine e che tornano a galla quando meno ce l’aspettiamo“. 

Per quanto mi riguarda iniziare questa avventura, condividere con voi la mia passione è il mio modo per far venire a galla il mio piccolo tesoro, il mio sogno di vivere e di scrivere di libri. Fatelo anche voi, trovo che faccia molto bene all’anima e al cuore. Siate tutti dei Linus. Fate scoppiare la bolla della vostra quotidianità e scoprite che cosa si nasconde appena oltre il suo velo. 

P.S. ho deciso di inserire all’inizio di ogni articolo il titolo di una canzone che mi ha accompagnato nella lettura del libro. Ecco svelato un secondo mio tesoro, l’amore per la musica! 

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La vostra Bibliotecaria