I guardiani del faro (The Lamplighters)
Emma Stonex
2021, Mondadori
Oceans, Kenna Childs
Buonasera readers,
immaginate un’antica struttura, aggrappata ad un scoglio in mare aperto, che si protende verso il cielo burrascoso. Immaginate le onde che piano piano, anno dopo anno, tempesta dopo tempesta si abbattono sulla roccia e poi su, fino alle pareti cercando di eroderle goccia dopo goccia. Immaginate il mare che tenta di reclamare a sé l’opera dell’uomo. Immaginate ora di essere voi i guardiani, gli unici abitanti nella vastità dell’oceano, unica luce per i naviganti nell’oscurità. Immaginate le pareti circolari, l’impossibilità di aprire una finestra, il rumore assordante delle onde, il blocco di cemento che vi separa dalla forza del mare. Immaginate acqua, acqua dovunque e fino a dove il vostro sguardo può spingersi. Immaginatevi la solitudine.
Siete riuscite a figurarvi l’immagine? Bene, trattenetela alla mente mentre scorrete lungo l’articolo, perché sono proprio questi gli elementi del romanzo d’esordio di Emma Stonex. Che esordio!
Complimenti e chapeaux!
Complimenti che diventano ancora più accorati, ci scommetto, se vi svelo che la vicenda è realmente accaduta. Si tratta di una narrazione che prende spunto da un fatto di cronaca! Nel dicembre del 1900, infatti, sparirono, misteriosamente, senza lasciare alcuna traccia di sé i tre guardiani del faro di Eilean Mor nelle Ebridi Esterne.
La Stonex inizia a narrare i fatti proprio dal 31 di dicembre 1972 quando Jory Martin, il traghettatore incaricato di portare il cambio sul faro della Fanciulla, sta imbarcando il giovane sostituito ventenne di uno dei guardiani. La tempesta che infuriava ormai da quattro giorni si è interrotta e Jory parte alla volta dello scoglio.
Ho adorato la descrizione che l’autrice inserisce del faro all’inizio del racconto, e ad essere completamente onesta ho sempre sentito un richiamo a queste strutture inarrivabili, fragili e indistruttibili allo stesso tempo.
“il faro è uno spuntone tutto solo, altero, remoto. Si trova a quindici miglia nautiche dalla costa… Anche se Jory l’ha fatto tante volte, avvicinarsi alla Regina dei Fari gli suscita sempre uno strano sentimento: si sente ridimensionato, insignificante, forse persino un po’ impaurito. Una colonna alta cinquanta metri di eroica architettura vittoriana… Risale al 1893. È crollato due volte prima che riuscissero ad accenderlo. Si dice che quando il tempo è burrascoso lanci un lamento, simile a quello di una fanciulla che piange, nel punto in cui il vento s’infila fra gli scogli”.
Jory fa una scoperta sconcertante una volta raggiunta la Fanciulla: i tre guardiani Arthur, Bill e Vince sono scomparsi, nel nulla. Tutto nel faro sembra ghiacciato in un unico istante quello delle otto e quarantacinque minuti.
La trama continua su due linee temporali diverse: il 1972 dove viviamo nel faro assumendo alternativamente il punto di vista dei tre guardiani, profondamente diversi l’uno dagli altri: chi con tutto il passato in tavola e chi invece con il passato sepolto, e il 1992 quando Dan Sharp scrittore di successo intraprende la sua indagine sulla misteriosa scomparsa dei tre uomini.
Nel 1992, spettatori della ricerca di Sharp, impariamo a conoscere chi è rimasto sospeso a terra, lì frizzato per vent’anni, senza una spiegazione, senza un corpo per piangere e per dare pace: Helen la moglie del primo guardiano Arthur, Jenny moglie di Bill una donna fragile mentalmente ossessionata dall’amore per il marito, talmente ossessionata da cercare di avvelenarlo pur di tenerlo con sé e Michelle la fidanzata di Vince, che all’epoca della tragedia aveva appena 19 anni e che vive, tuttora, in un matrimonio stretto e conveniente sempre con la sensazione dell’ombra rassicurante del fidanzato scomparso, unico amore della sua vita.
E come dimenticare il tres d’union di tutto il libro, il mare. Il mare quello “turbolento e quello silenzioso, quello rigonfio e quello piatto come una tavola, quello dove la tua barca sembra l’ultimo battito di ciglio dell’intera umanità su un’onda così determinata e furiosa da convincerti a credere ciò che non credi, come se il mare si trovasse a metà strada tra il paradiso e l’inferno.” Ma anche “il mare tutto grigio, grande e grigio,e non succedeva niente di che. Anche se forse è più verde che grigio, direi, come la salvia, o l’eau de Nil… L’acqua del nulla”.
Scopriamo piano piano di una storia morbosa, di come il mestiere del guardiano possa essere un mestiere lì per lì appartato, quasi misterioso e romantico quando in realtà è pericoloso perché il mare ti può prendere la testa, incantarti e trascinarti a sé.
Posso con sicurezza definire il romanzo come un romanzo di verità parziali, in cui ogni personaggio possiede la propria spiegazione dei fatti. Solo noi dall’esterno, possiamo tirare i fili rossi della grande bacheca e guardare il quadro d’insieme. Sono stata ognuno dei personaggi, e piano piano ne ho capito pregi, difetti, paure e insicurezze.
Nessuno saprà mai cosa è accaduto, possiamo immaginarlo, supporre tantissimi finali diversi o semplicemente sederci in riva all’oceano, prendete un profondo respiro e chiudere il libro e le domande con lui.
La vostra Bibliotecaria