Pubblicato in: Romanzo

Il fabbricante di lacrime … sì le mie.

Il Fabbricante di lacrime

Erin Doom

Magazzini Salani, 2021

What the hell, Avril Lavigne

Buongiorno lettori,

1090 pagine lette in ebook (sì ho ceduto alla tentazione del digitale!) e mai fatta scelta migliore. Che delusione!

Una delusione oserei dire cocente visto l’Amore con la A maiuscola provato per il secondo libro della Doom “Nel modo in cui cade la neve”, che ho riletto, non una, ma due volte e ho anche acquistato in versione cartacea dopo averlo letto su Wattpad prima della pubblicazione.

Conosco il detto “chi di penna ferisce, di spada perisce” ma non posso sottrarmi al mio dovere alla verità che più volte ho citato nei miei articoli precedenti. Si vede, lontano un miglio, che è il suo primo libro: la scrittura è infantile.

Per chi non si raccapezza più e penso mi immagini ormai sulla soglia della follia, devo ammettere che la trama è molto accattivante. Nica è un’orfana e il suo nome è quello di una bellissima farfalla. Non ci può quasi credere che, oramai alla soglia della maggiore età venga adottata dai signori Milligan. Unica pecca? Non è l’unica ad essere adottata… anche Rigel viene inspiegabilmente scelto per far parte della nuova famiglia. E loro due proprio non si sopportano… come potranno andare d’accordo ed essere due fratelli?

Summa cum brevitas, ecco a voi la trama

La protagonista Nica l’ho trovata noiosa e retorica e più volte nel corso della lettura mi sono chiesta se questo sia il modello di ragazza da propugnare ai lettori. Che fine hanno fatto le grandi eroine, non pretendo una rediviva Boadicea ma mi basterebbe una copia sbiadita di Ivy la protagonista di “Nel modo in cui cade la neve” che, guardate, mi vengono i cuoricini sulla faccia solo a pensarci.

Non fraintendetemi credo che la Doom sia una validissima penna, come ha avuto modo di dimostrare nel suo secondo romanzo, il problema centrale del romanzo che vi recensisco  è la necessità impellente di maturazione che trasuda il Fabbricante di lacrime.

Che poi a voler dire tutta la verità: io ancora non l’ho capito chi sia questo Fabbricante di lacrime.

Ma veniamo ai personaggi secondari che ho trovato meno caratterizzati Lionel e Billie. Allora Lionel sembra l’incrocio mal riuscito di Voldemort e Jocker con un pizzico della stuccosità del classico tipello americano dell’Upper East Side stile Gossip Girl. E scusatemi i toni, ma in che senso esce di scena e cambia città così senza essere tirato in ballo dopo aver quasi ucciso i protagonisti: aiuto serial killer a piede libero!!

Billie, poveretta è un personaggio che avrebbe potuto essere sviluppato in molteplici modi ma sopperisce ad un’iperattività condita da traumi infantili.

Tutt’altro discorso per Rigel. In questo caso applausi all’autrice che ha costruito davvero un personaggio accattivante, complesso, irresistibile che ha tutti gli ingredienti per essere la vera calamita e centro di gravità dell’intero libro. Devo essere sincera? Rigel è l’unica ragione per cui mi sono spinta avanti nella lettura.

Mi stupisco solo di come non abbia attentato alla propria vita o non si sia cavato i timpani pur di non ascoltare le lagne monologate di Nica.

Consiglierei all’autrice trame più costruite, anche con meno personaggi ma più ben caratterizzati e discorsi diretti meno lunghi (dammi retta, Doom, i flussi di coscienza meglio lasciarli a Joyce ma ti prego continua a creare manzi di cui farci innamorare).

Nuovo slogan: +Rigel, +Mason, -Nica.

Viviamo in un’epoca dove le donne vogliono essere le protagoniste magari cavalcare loro stesse il cavallo bianco e salvare il principe.

La Bibliotecaria

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